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Proctologia e Chirurgia proctologica

Sanguinamento nelle feci: qualche consiglio

In caso di sanguinamento evidente o occulto, il medico di base chiede aiuto al gastroenterologo o al chirurgo generale o talvolta al proctologo.
Gli specialisti faranno una diagnosi differenziale basandosi sulla visita, sui sintomi e sulle analisi.

Quante possono essere le diverse forme di sanguinamento?

Il sanguinamento dell’apparato gastrointestinale si può presentare in 5 diverse forme, denominate in base al quadro clinico:

1) Ematemesi: sanguinamento visibile e riconoscibile attraverso conati di vomito di sangue rosso; il sanguinamento è in atto probabilmente nel primo tratto dell’apparato costituito da esofago, stomaco e duodeno (in uno di questi tre organi).

2) Melena: le feci assumono un colore scuro quasi nero e sono maleodoranti.

3) Ematochezia: il sanguinamento parte o dall’intestino crasso/retto o da un altro tratto dell’apparato digerente superiore.

4) Sangue occulto: perché visibile attraverso esami specifici fatti in laboratorio.

5) Forma anemica: l’emorragia comporta uno stato di astenia, sonnolenza, capogiri, ipossia, ipotensione cardiaca e talvolta mani e piedi freddi.

Cosa comportano e come si arriva ad una diagnosi?

Il vomito ematico sembra abbia quasi sempre origine sul tratto prossimale dell’apparato gastrointestinale così come la melena. L’ematochezia coinvolge più il tratto inferiore comprendente intestino tenue e crasso/retto.
Il percorso seguito dallo specialista prevede un’endoscopia del tratto superiore, da eseguire con urgenze in caso di sintomi che fanno pensare ad anemia da sanguinamento. La rettocolonscopia e la scintigrafia con emazie marcate per evidenziare la sede esatta del sanguinamento. C’è chi pensa all’angiografia che consente anch’essa di capire la sede della fuoriuscita ematica.
Nonostante tutti questi esami specifici, localizzare l’area o la sede del sanguinamento può non essere sufficiente perché non è chiara la causa dello stesso; il 5-10% hanno un andamento cronico e recidivante, ma hanno carattere di emazie.
Il sangue occulto nelle feci, rilevato dall’esame specifico è accompagnato dall’analisi di alcuni marker tumorali per escludere eventuali neoplasie. Se i soggetti hanno più di 50 anni, il gastroenterologo non può non consigliare una colonscopia soprattutto con anemia sideropenia (con evidente mancanza di ferro).

Da quali sedi può provenire il sanguinamento gastroenterico?

La malattia ulcerosa gastrica rappresenta la causa più frequente, essendo responsabile del 50% dei casi.

La gastropatia emorragica o erosiva (secondaria all’uso di assunzione di farmaci non steroidei), l’esofagite erosiva data spesso da reflusso gastrico possono dar luogo ad un lieve sanguinamento del tratto superiore gastroenterico.
Altre cause che generano sanguinamento sono: ulcera duodenale, neoplasie ed alterazioni vascolari (teleangectasie emorragiche ereditarie).

Dall’intestino tenue è più difficile da diagnosticare perché sono spesso da individuare nel sangue occulto delle feci determinato da neoplasie benigne come polipi o maligne come adenomi. Talvolta e soprattutto tra i bambini potrebbero essere originati dai diverticoli infiammati; in medicina si chiama il diverticolo di Merkel.

Andiamo all’esame del colon: se si soffre di emorroidi, la sede più comune è il colon come anche nel caso di ragadi anali.
Insieme alle varici emorroidarie, i diverticoli intestinali sono i maggiori responsabili del sanguinamento intestinale, ma sono seguiti dalle neoplasie benigne e maligne ed infine dalle coliti ulcerose (dovute ad infiammazioni intestinali).

 

Conclusioni

In caso di sanguinamento è sempre bene rivolgersi al proprio medico di fiducia al fine di indagare e rintracciare l’origine del sanguinamento e scegliere, seguiti dallo specialista, la terapia più adeguata.

FONTE: Manuale di Gastroenterologia. Unigastro. Editrice Gastroenterologia Italiana.